Parole con il dono dell'ubiquità
E' abbastanza normale che ognuno di noi abbia una serie di termini che usa in continuazione, una coperta di linus composta di parole. (Ho un collega, per esempio, che con molta cortesia mi chiede di rivedere i suoi lavori, la sua parola preferita è "pertanto" :)
Il fascino di una traduzione letteraria/editoriale si trova spesso in queste ricostruzioni, nello scoprire la trama di questa coperta e provare a ricrearla con un "uncinetto" diverso.
In altri campi, come quello tecnico, la presenza ripetuta di un lemma è in parte dovuto a una necessità di precisione millimetrica, in parte anche a una certa sciatteria linguistica (non sempre naturalmente). A volte invece è semplicemente una questione di gusto.
Il mio ultimo lavoro, appartenente al mondo della traduzione "grigia", è composto da una serie di schede che spiegano al lettore un disturbo medico o le proprietà di un alimento (Per gli studenti: no, non capitano sempre lavori interessanti...:). La parola ripetuta in questi testi è processed. (Stabilite voi una possibile motivazione.)
Indica tutti gli alimenti in qualche forma trattati, appunto, processed. Naturalmente in italiano non abbiamo un solo termine "ubiquitario" che renda l'idea ma, fortunatamente, ne usiamo diversi, ognuno specifico. La povera traduttrice, tuttavia, per sopravvivere alla valanga di ripetizioni si è dovuta fare uno schema:
Il fascino di una traduzione letteraria/editoriale si trova spesso in queste ricostruzioni, nello scoprire la trama di questa coperta e provare a ricrearla con un "uncinetto" diverso.
In altri campi, come quello tecnico, la presenza ripetuta di un lemma è in parte dovuto a una necessità di precisione millimetrica, in parte anche a una certa sciatteria linguistica (non sempre naturalmente). A volte invece è semplicemente una questione di gusto.
Il mio ultimo lavoro, appartenente al mondo della traduzione "grigia", è composto da una serie di schede che spiegano al lettore un disturbo medico o le proprietà di un alimento (Per gli studenti: no, non capitano sempre lavori interessanti...:). La parola ripetuta in questi testi è processed. (Stabilite voi una possibile motivazione.)
Indica tutti gli alimenti in qualche forma trattati, appunto, processed. Naturalmente in italiano non abbiamo un solo termine "ubiquitario" che renda l'idea ma, fortunatamente, ne usiamo diversi, ognuno specifico. La povera traduttrice, tuttavia, per sopravvivere alla valanga di ripetizioni si è dovuta fare uno schema:
- Processed food possono essere gli alimenti industriali in genere, (quasi tutto oggi è stato in qualche modo trattato); in alcuni casi i piatti pronti. I colleghi di Proz.com lo rendono con "alimenti trasformati" ma per un pubblico generale credo che "industriali" possa apparire più immediato e chiaro.
- Processed cheese, in genere, è il formaggio fuso (sottilette e simili per intenderci).
- Processed cereals sono i cereali da colazione non naturali (di fatto quelli industriali, "in scatola", contrapposti a un muesli naturale, quindi senza sale e zucchero aggiunti). Ma si intende anche pane, pasta e riso bianchi.
- Processed meats sono carni affumicate (prosciutto, per esempio), carni in scatola, insaccati (wurstel, mortadella ecc)
Commenti
Ma... traduzione "grigia"? :-D
I nut butter li ho trovati anche io. A meno che non indichino anche prodotti tipo "nutella" faccio fatica a immaginare qualcosa di molto diverso dal burro di arachidi... ma forse la mia è semplice ignoranza :D