Post

Visualizzazione dei post da gennaio, 2008

Tradurre un romanzo...

... è un lavoro molto più lento. In un saggio, con un po' di tempo e diverse ricerche, trovi una "letteratura" di riferimento su cui fare affidamento per tipologia di linguaggio, glossario, stile. In un romanzo incontri molte più bivi (scelte) e "glossari", il tuo personaggio può saltare da un continente all'altro mangiando, che so, bacherozzi in uno e un piatto flambé in un altro. E tu lo rincorri letteralmente, dovendoti fare una cultura "express" su un'altra cultura... Ad ogni passo devi scegliere quale connotazione dare alla parola, valutare se un tipo di spada è più vicino a uno spadino o a uno stocco (ma perché diavolo in inglese si usa la stessa parola? eh?) E finirò per chiedere aiuto al circolo ufficiali o magari agli appassionati di dungeon&dragons .... Al momento queste sono le decisioni (importanti) fin qui prese: Tempo: presente storico. Il romanzo è d'avventura (molto avventuroso....), ambientato anni, non ere, fa. La mot

Mamma li turchi!

Ho appena accettato la traduzione di un romanzo. Confesso, il mio primo. Per scelta e per caso. Per scelta perché sono sempre stata una lettrice innanzitutto di saggi e solo dopo di romanzi. Perché mi piace la "libertà" che ti lascia la traduzione di un saggio. Soprattutto per caso, perché prima di ieri, non era capitata l'occasione. Sinceramente, all'inizio, non ho neanche pensato. Ho detto si, grazie. Adesso, dopo una settimana, ho una crisi d'identità fuori misura. Ora che faccio? Il modo di tradurre è completamente diverso, i tempi della traduzione sono diversi (e per una volta parlo dei miei e non di quelli da urlo che mi lasciano "loro"). Ma voi come fate? (A non farvi prendere dal panico, dico.) Si accettano consigli, grazie

Stra ordinary week

Chiara è riuscita a sconvolgermi in uno dei suoi ultimi post . Per la levataccia mattutina Per la "caparbietà" Io, anche quando non facevo due lavori (ossia secoli fa), avevo un ritmo completamente diverso. Mi alzavo tardi e preferivo lavorare nel silenzio della notte. Inoltre, anche nei periodi migliori, mi è difficilissimo rimanere attaccata al pc/mac molto a lungo. Mi alzo in continuazione, con la scusa di un te, di dare l'acqua alle piante, di lavare piatti/bucato/pavimento/metteteci quello che volete... Vuoi vedere che a quarant'anni scopro cos'è che non va nella vita?!

L'importanza di un buon rapporto redattore-traduttore

Sembra una banalità ma il rapporto fra un traduttore e il suo redattore può comportare la riuscita o meno di una traduzione. Nei fatti non è banale né comune. Non mi è capitato spesso un redattore che ha messo a disposizione il suo lavoro e ha condiviso con me le scelte e le modifiche effettuate. 1 Per questo vorrei ringraziare pubblicamente il dottor C. Grazie a lui non solo abbiamo messo a disposizione di tanti un glossario di termini ma, a un livello più personale, ho compreso meglio il metodo di lavoro che seguo e ne ho notato gli errori. Per esempio, quando utilizzo un sito internet come fonte, spesso non prendo nota dell'indirizzo URL, facendo affidamento sul fatto che posso sempre ritrovarlo. Non prendo in considerazione invece che, al momento del bisogno, potrei non avere il tempo di ripetere la ricerca (che magari è stata lunga e difficoltosa). Il bisogno può essere un redattore che ti fa le pulci e deve controllare la fonte delle tue affermazioni, ma anche me stessa