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Visualizzazione dei post da ottobre, 2005

ooops....

Ieri ho telefonato per caso all'agenzia, per chiedere un'informazione. Poi ho chiesto se la traduzione era andata bene. La risposta è stata ".. .. xxx lo sta leggendo e dice che il testo non è molto scorrevole". Ho naturalmente dato la mia disponibilità immediata a rivedere il tutto insieme ma non so cosa pensare. Più che altro non so cosa fare. Devo spingere per la revisione congiunta o lascio correre e aspetto che mi contattino? So che 800 pagine in 3 mesi e mezzo, senza tempo per lasciar decantare il testo, non sono affatto poche ma di solito la mia revisione del testo è una vera propria riscrittura. Boh. Vedremo.

Che fine hanno fatto i redattori?

Non so quale importanza si dia ai refusi (o ai veri e propri errori) nel lavoro. Naturalmente per me, in quanto traduttore, sono fondamentali personaggi come i redattori e i correttori di bozze, soprattutto bravi. Ammetto che mi irrita molto trovare errori e refusi nei libri, particolarmente nei libri di lavoro. Figuratevi poi cosa penso di un libro sulla comunicazione con refusi e veri e propri errori (soggetto e verbo NON si dividono con una virgola!). Anni fa ho letteralmente scagliato un libro (di sua altezza il re dei comunicatori pubblici) contro il muro, per il modo assolutamente osceno in cui era scritto. Probabilmente pensava di essere "diverso", "figo", "diosolosacosa". Mi infuriai anche, tuttavia, con la casa editrice (Ilsole24ore) per aver permesso un simile scempio. Oggi mi ritrovo in mano un libro di semiologia per il web molto noto. E mi irrita ancora trovare uno o due refusi e il classico errore descritto sopra. In un capitolo in cui si par...

cazzo

Si, lo so. Non è proprio una bella parola. MA. Non è proprio una bella scelta. Telefonata di mia sorella: telegramma urgente. Mi hanno chiamata in un ente pubblico. Sto per suicidarmi. Dite che dovrei essere felice? Risolvo il problema della mia vita? Col "titolo" appunto... Mi offrono un TD di 9 mesi, forse rinnovabile per altri 9. Se gli vai bene naturalmente. Il lavoro? Segretaria, se va bene. Addetta al protocollo, se va male. Tutti spingono per accettare. Io preferirei suicidarmi. Del resto, non sono nella posizione di scegliere veramente. Su un piatto della bilancia non avere problemi economici per i prossimi mesi. Sull'altro fare un lavoro di merda, perdere il master (spero non le traduzioni) e i 5.000 euro che mi è costato. Se non accetto, addio possibilità di essere richiamata. ma vaf... [No, non sono mai stata una signora.]

metatraduzione ...

In questa giornata uggiosa mi viene da pensare ai messaggi in questi giorni su Biblit sulla nostra professione. Fa impressione sapere che anche nomi importanti (e non solo io che non sono nessuno) sono costretti a cedere e trovare un secondo lavoro. Che tristezza e che voglia di picchiare quell'editore arrogante che ha avuto il coraggio di dire che ci dovrebbe bastare la gloria. Mi viene da chiedere perché a lui non basta la gloria... Sono così stufa dell'arroganza delle persone, di cui peraltro ho avuto un assaggio ieri. Sono veramente stanca di persone a flessibilità zero che pretendono da me la flessibilità totale. Per altro, dando il minimo chiedono il massimo. Che ti chiedi perché passi due ore per cercare un versetto della Bibbia e perché perdi tempo a cercare nelle varie versioni esistenti della Bibbia la traduzione che più si adatta a quello che l'autore voleva dire. Perché come tutti sanno la Bibbia è una traduzione di una traduzione di una traduzione...e nelle var...

sono stanca e sono in ritardo..

e quindi ho problemi con le frasi più semplici... Let her response be ok with you. Let it be okay with you- whatever it is. Qualcosa di leggibile in italiano, per favore. Per uno ho provato lasciarsi scivolare addosso... vi viene in mente qualcosa. grazie!!!

Riccardo Bonavita e il precariato intellettuale

Riccardo Bonavita e il precariato intellettuale di Alberto Prunetti In questi giorni è rimbalzata in rete la notizia del suicidio di Riccardo Bonavita, un collaboratore della rivista elettronica Carmilla. Non lo conoscevo, ma ho letto che il precariato intellettuale lo stava minando. Lavorava a una storia della letteratura per non so quale editore (Il Mulino, n.d.r.), e sembra che questo progetto lo avesse prosciugato. Ho deciso di inserire la notizia della morte di Riccardo Bonavita in questa mailing list dedicata ai problemi della traduzione, perché ci riguarda tutti. I curatori e i traduttori, che poi sono degli autori sfortunati, conoscono il precariato da sempre. La precarietà del lavoro intellettuale, di ogni lavoro, sta aggredendo le nostre esistenze. Penso che sia il momento di ripartire da quella frase di Gramsci – cito senza poter identificare la fonte con esattezza – per cui “i traduttori traducono male perché lavorano male”. Personalmente sto cercando di cavarmela alternand...

step up!

Non riesco a trovare traccia sui dizionari della frase step up to the plate nonostante sia, apparentemente, in giro d agli anni '20, ne faccia uso lo stesso Webster in prima pagina , e ci siano 164.000 risultati della query string: definition "step up to the plate". Il termine è sportivo e dovrebbe indicare il turno di un altro lanciatore . Ma secondo lo stesso post viene utilizzando per indicare un "volontario". Non mi viene in mente una metafora sportiva, credo che utilizzerò farsi avanti . Update: Grazie a Laura per il suggerimento di salire in pedana . Temo però si perda il significato di farsi avanti, prendere il proprio carico. Se scrivo: La mia paziente si struggeva e soffriva per l’incapacità della figlia di fare un passo avanti [salire in pedana] e prendersi la responsabilità della propria vita, fino a quando la sua tristezza si è trasformata in rabbia... non so quanto in italiano abbia senso.