Il/La font: la risposta di Licia
Sulla prima questione mi riproponevo di aggiungere un commento ma mi sono resa conto che sarebbe diventato troppo lungo e così ho scritto un post: Font, typeface, famiglie e tipi di carattere.
Purtroppo la terminologia inglese usata in ambito informatico, dove immagino l'abbia trovata il lettore, è alquanto arbitraria (typeface e font possono indicare due concetti diversi ma possono anche essere sinonimi). Fare riferimento all'etimologia e all'uso originario dei termini (ad es. in questo caso la singola cassa tipografica) non sempre aiuta perché quando alcuni termini specializzati vengono adottati in ambito informatico può esserci uno slittamento di significato che fa assumere loro accezioni proprie.
In conclusione, in questo caso direi che non si può determinare il termine italiano che meglio renda typeface se prima non è stato identificato il concetto espresso dal termine inglese in quello specifico contesto e che soluzioni sono state adottate per i concetti, e quindi i termini, correlati.
Sulla seconda questione, come dicevo negli altri commenti, non c’è una regola precisa sul genere da assegnare ai prestiti. In questo caso, entrambe le forme coesistono perché sono entrate nella lingua per strade diverse. Non essendoci un genere “corretto”, penso si possa decidere di privilegiare l’uno o l’altro in base all’ambito d’uso, ad es. il femminile in un testo professionale, il maschile in un prodotto software. Credo però che nel tempo il maschile sia destinato a prevalere e sarebbe interessante fare una ricerca in qualche corpus: immagino confermerebbe la tendenza indicata dai motori di ricerca che il font è ormai molto più frequente.
Licia Corbolante
Purtroppo la terminologia inglese usata in ambito informatico, dove immagino l'abbia trovata il lettore, è alquanto arbitraria (typeface e font possono indicare due concetti diversi ma possono anche essere sinonimi). Fare riferimento all'etimologia e all'uso originario dei termini (ad es. in questo caso la singola cassa tipografica) non sempre aiuta perché quando alcuni termini specializzati vengono adottati in ambito informatico può esserci uno slittamento di significato che fa assumere loro accezioni proprie.
In conclusione, in questo caso direi che non si può determinare il termine italiano che meglio renda typeface se prima non è stato identificato il concetto espresso dal termine inglese in quello specifico contesto e che soluzioni sono state adottate per i concetti, e quindi i termini, correlati.
Sulla seconda questione, come dicevo negli altri commenti, non c’è una regola precisa sul genere da assegnare ai prestiti. In questo caso, entrambe le forme coesistono perché sono entrate nella lingua per strade diverse. Non essendoci un genere “corretto”, penso si possa decidere di privilegiare l’uno o l’altro in base all’ambito d’uso, ad es. il femminile in un testo professionale, il maschile in un prodotto software. Credo però che nel tempo il maschile sia destinato a prevalere e sarebbe interessante fare una ricerca in qualche corpus: immagino confermerebbe la tendenza indicata dai motori di ricerca che il font è ormai molto più frequente.
Licia Corbolante
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