Il diavolo è nei particolari

Per una strana coincidenza ho passato la giornata al lavoro cercando di spiegare ai colleghi che, in un progetto web (e non solo probabilmente), dio è nei particolari. Tentavo di far comprendere l'importanza delle piccole cose, ma al contempo il bisogno di bilanciare le linee guida con le necessarie personalizzazioni di un sito. E la personalizzazione si può far risaltare proprio nei dettagli.

Sono rientrata a casa e ho compreso perché il detto è, correttamente, "il diavolo è nei particolari". Mentre assassinavo un povero  coniglio in padella, ho iniziato a sfogliare un bel regalo ricevuto di recente: un volume sul cioccolato. Purtroppo l'occhio mi è caduto su alcuni dettagli e ho sentito una risata diabolica alle mie spalle.

Due i dettagli che hanno messo in difficoltà il traduttore che è in me.

  • A un certo punto l'autore, francese, elenca i possibili abbinamenti con il cioccolato. Una pagina è dedicata ai tè. Chi mi conosce sa che sono un'appassionata, ma passione a parte, al traduttore (e tanto meno al redattore e adattatore) non sarebbe dovuto sfuggire un "tè rosso". Il tè rosso non esiste. Alcuni chiamano, scorrettamente, il roboois (arbusto africano)" tè rosso", soprattutto per motivazioni di marketing (credo). Si tratta, tuttavia, di piante diverse. Sarebbe come indicare l'infuso di camomilla come "tè giallo".
    In cinese il tè che noi chiamiamo nero viene chiamato hong cha, tè rosso per via del colore dell'infuso. In italiano, tuttavia, il tè è diviso nelle categorie legate al colore della foglia, verde, oolong e nero. In un testo che elenca le tipologie di tè (bianco, giallo, verde, "rosso"/nero), è difficile pensare che l'autore tratti il roboois. [Il tè giallo è una tipologia di tè verde.]
  • Alla fine del testo si trova una pagina dedicata alla conservazione del cioccolato. Cosa pensare di una frase come questa?
Le mousse [...] assorbire i sapori e odori che le circondano. Una volta terminate, ricopritele ermeticamente.
La frase è sfortunatamente ambigua. L'autore sta parlando di una mousse preparata da noi, quindi implica che una volta terminata la preparazione devono essere poste in contenitori ermetici? O si tratta di una resa infelice? La prima volta che ho letto il paragrafo mi sono chiesta se al traduttore fosse sfuggito un errore/falso amico.
Non conosco il francese, ma immagino che la mia interpretazione sia corretta e che non ci sia errore ma si tratti di indicazioni per le ricette presentate nel testo. L'ambiguità a me è sembrata forte (è stata necessaria una seconda lettura), anche perché questo capitoletto si intitola solo "mousse", mentre quello successivo si intitola "cioccolatini fatti in casa".

In questi casi, credo spetterebbe al redattore rendersi conto di situazioni ambigue (il traduttore è sempre troppo "dentro al testo" per poter afferrare sempre queste sfumature).

Di certo ora ho in mano un volume di cui non so se fidarmi. Per un libro di cucina non è una bella vita.
(Peccato perché avevo adocchiato una ricetta per i waffle al cioccolato).
Mi consigliate di rischiare?
:D

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