Cos'è un traduttore?

Oggi ho ricevuto nella mail di ufficio questo messaggio di spam.
Sono un'insegnante di lingue nelle scuole statali superiori e medie.
Con la presente vorrei offrire la mia professionalità per servizi di traduzione di testi da e verso inglese/spagnolo/italiano/francese. Ho ampia esperienza nel settore, avendo collaborato con aziende, professionisti e studi su tutto il territorio nazionale, in vari ambiti linguistici (turismo, diritto, istruzione, informatica e web).
Potete contattarmi in risposta alla presente o all'indirizzo e-mail...
Nella speranza che il mio messaggio non vi abbia arrecato disturbo, porgo cordiali saluti. 
 Non ho idea di chi sia la persona che ha scritto né se questo sia un semplice messaggio di spam o altro.  Mi è servito comunque da spunto per pensare cosa faccia un traduttore o la professionalità di questo lavoro.
Non entro nella vecchia diatriba se l'unico vero tradutttore sia quello uscito dalla scuola di specializzazione in traduzione. :) Primo perché, come tutti quelli che hanno preso una laurea in lingue, so senza ombra di dubbio che la loro preparazione può essere più mirata, più "specialistica". Ma la preparazione culturale che i laureati in lingue accompagnano alla formazione pratica è comunque fondamentale. {Poi perché è una diatriba sciocca.}
In secondo luogo perché il campo tecnico in cui ho lavorato mi ha dimostrato che la formazione universitaria non è sempre quella che il mercato cerca. Moltissimi colleghi sono professionisti "tecnici" la cui conoscenza delle lingue è tale da permettere loro di tradurre testi iperspecialistici.
In altre parole in campo tecnico è (quasi) più importante la conoscenza del settore che non quella linguistica. {Credo che il perché e il come questo sia possibile sia autoesplicativo.}
Questo però non si sposa né si allarga a qualsiasi professione. Un docente non è un traduttore e non ne ha le competenze. Allo stesso modo il fatto che io sia un traduttore non fa di me un insegnante.
Usciti dall'università gli studenti si "specializzano" nei campi di preferenza e le strade non si intersecano. [Per chiarire un traduttore non potrà mai essere un interprete. Si, d'emergenza fai anche quello, mi è capitato un paio di volte, ma è appunto una emergenza a cui tu - professionista - metti una pezza.] Io non sono capace di insegnare e anche come interprete non sono granché, temo.
La mail sopra però mette in evidenza altri due punti che indicano un "professionista" con le idee confuse. La persona è praticamente un genio incompreso. Solo così si spiegano le 3 lingue da cui traduce in entrambe le direzioni e in campi assolutamente diversi fra loro, incluso il diritto (in che senso scusi?).
Un traduttore si specializza, in genere, in una combinazione linguistica perché solo una è quella dominante. Ovviamente conoscerà bene anche una seconda lingua (e forse anche una terza). Alcuni sono effettivamente a pari livello fra due L2, ma  un professionista in tre lingue è raro, personalmente conosco solo Ilaria Dal Brun.
[Questa naturalmente è la teoria, la vita è spesso un'altra cosa.]
Allo stesso modo, nessun professionista traduce verso la L2, perché semplicemente non è la sua lingua madre e non ne avrà le stesse competenze/conoscenze. (Anche questa è una generalizzazione ma abbastanza valida.)
{So per esperienza diretta, a volte dolorosa, che far capire questo punto è sempre difficile. Diverse volte ho dovuto rifiutare lavori per questo motivo e far passare il punto è quasi impossibile, alla fine "tu lo sa l'inglese no? Qual è il problema..."
Visto che non è possibile fare un trattato di linguistica a ogni situazione, queste conversazioni non sono mai piacevoli.}
Per quanto riguarda la persona sopra il consiglio è di darsi alle ripetizioni private, se è veramente un/a insegnante. Mantiene la professionalità e probabilmente guadagna di più. Se è ancora in fase "sono uscita dall'università e non so cosa fare", decida. In ogni caso non si affidi a servizi di spamming (e non aggiunga lingue con il passare del tempo. Un annuncio del 2011 [ripetuto nel 2012] limitava le lingue a due traduzione in inglese, spagnolo, italiano).

Commenti

Anonimo ha detto…
Il settore di competenza è già di per sé un "linguaggio" che il traduttore ha appreso maturando esperienza. Chi vi si dedica è persino in grado, grazie alle conoscenze tecniche, di supplire a eventuali carenze linguistiche della L2. Credo del resto sia ormai chiaro a molti che conoscere bene una, due o tre lingue non fa di te automaticamente un traduttore; posso anche avere una conoscenza approfondita chessò, dell'inglese, ma davanti a un testo giuridico mi sentirei spiazzata come una scolaretta. Il punto su cui nel mio settore mi ostino a insistere è che il traduttore trarrebbe vantaggio dall'abbandonare parzialmente quel pudore che lo tiene ancorato al testo di partenza come un'ostrica al guscio, "perché il tedesco dice così", "perché in inglese è colà". Sì, certo, ma in italiano? Questo pudore è, a mio parere, qualcosa che nasce dall'idea del "siccome so le lingue devo dimostrarlo". Così facendo però, tradisco il mio lettore, che o non sa la lingua o comunque anche se la sa non ha sottomano il testo in lingua originale e non può farvi riferimento. Saper dosare conoscenza linguistica, conoscenza settoriale e conoscenza del pubblico di arrivo è secondo me quello che fa la differenza tra un traduttore amatoriale e un professionista.
Questa conoscenza la si acquisisce con l'esperienza, che nemmeno la formazione specifica è in grado di darti. Ed è proprio l'esperienza a suggerirti che tradurre verso la L2 è un azzardo. Pertanto, se la persona della lettera citata nel post desidera davvero avventurarsi nel campo della traduzione, forse le sarebbe più utile evitare di proporre traduzioni verso L2, concentrarsi sulla traduzione verso la lingua madre - di cui avrà un'ottima padronanza, dato il suo lavoro attuale - e magari far leva sulle conoscenze culturali che sicuramente come insegnante ha avuto modo di sviluppare. Fare il punto sulle proprie competenze (e mi pare che questa persona ne abbia) e proporle in maniera assertiva - anziché mandare una mail abbastanza anonima e probabilmente simile a quella di tanti altri aspiranti traduttori - a me sembrerebbe un modo molto più efficace di dimostrare la propria professionalità (ed essere notati).
Ciao! :-)
Ilaria