Tradurre le serie

Questa estate la crisi, nei diversi contesti in cui questa parola può essere intesa, ha colpito anche me. Ho reagito nel mio solito modo: mi sono chiusa nella mia bolla personale con la sola compagnia dei libri. Tanti libri, al ritmo di quasi uno al giorno. Fra questi diversi sono "in serie".

È da questa estate dunque che questo post si libbra nell'aria, senza che trovassi la voglia e il tempo di affrontare il tema :)

La traduzione di ogni romanzo, soprattutto "nuovo", si porta dietro un rischio inaspettato: che l'autore abbia in mente un seguito o una serie di seguiti. Le decisioni che prendiamo nel tradurre, infatti, rischiano di andare in conflitto con situazioni future non prevedibili.

Parallelamente, anche un autore consolidato, reso in italiano da un traduttore nuovo, se permette maggiori libertà, corre maggiori rischi. Non dimenticherò mai la "disperazione" di una redattrice di fronte alle migliaia di lettere di protesta per la pubblicazione di un best seller di un noto autore di successo.
La casa editrice infatti ebbe la bella idea (molto frequente) di assegnare il lavoro non al solito traduttore. Il risultato fu così diverso dal solito che i fan si scatenarono. (Attenzione: non era una questione di lavoro peggiore, solo differente.)
Il collega non conosceva a fondo il romanziere e aveva reso in modo diverso alcuni aspetti ripetuti. (Il libro fu ripubblicato dopo un editing pesante.)

Questa è una situazione limite ma sono diversi i "pericoli" che corriamo nell'affrontare un romanzo, per esempio:

  • L'intervento di situazioni esterne
  • Problemi linguistici
  • Scelte
Riporto alcuni esempi brevi, giusto per rendere l'idea.

Il caso Harry Potter

Ho già parlato di (e commentato su) Harry. Se avete letto i libri in italiano saprete che le colleghe che hanno tradotto i volumi successivi della serie hanno reso i nomi delle case di Hogsworth in modo diverso rispetto ai primi due volumi.
Nessuno poteva immaginare che i film avrebbero influito sulla traduzione dei libri successivi, costringendo le traduttrici a usare una resa letterale che rispecchiasse ciò che i fan avrebbero visto nei film.
(Sulla validità di questa scelta editoriale se volete si può discutere :)... di nuovo...)

... e se fosse un uomo?

Chiunque ami Disc World sa chi è Death. (Mondo disco è una bellissima serie che ha compiuto 25 anni e 38 romanzi.)
Il traduttore che ha incontrato il personaggio nei primi libri non avrebbe potuto conoscere gli esiti futuri. Ma anche conoscendo il futuro come avrebbe potuto rendere ciò che in italiano è femminile (Morte) in un personaggio maschile (Death)?
Se in Mort è facilmente pensabile rendere tutto al femminile, come risolvere il problema in Reaper Man (in cui Morte si incarna in un uomo)?

Boia o serial killer?
Laurell K Hamilton ha pubblicato dal 1993 a oggi diciassette volumi della serie "Anita Blake, vampire hunter".
La scelta del collega di rendere executioner con sterminatrice - invece che boia - gli ha precluso diversi giochi di parole nei testi successivi. (Il più banale dei quali si verifica quando un personaggio chiede chi le ha dato il potere di essere giudice, giuria e boia.)
Ma ha anche dato un sapore leggermente diverso al personaggio. All'inizio della serie infatti Anita Blake è ancora "al di qua della legge". È di fatto un boia specializzato, non una serial killer.
(Naturalmente dal punto di vista dei vampiri, ne ha ucciso 14, forse lo è :)

Commenti

Luigi Muzii ha detto…
Domandaccia: ma i consumatori di questi prodotti meritano tanta attenzione?

Rispostaccia: sì, perché senza di loro le case editrici avrebbero tutte già chiuso.